Circular Economy Act: al via la consultazione pubblica della Commissione europea

La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sul “Circular Economy Act”, in scadenza il 6 novembre 2025. L’obiettivo è predisporre entro il 2026 una normativa che rafforzi mercato, riuso e riciclo nell’economia circolare europea.

Vediamo in questo articolo tutti i dettagli. 

Una nuova iniziativa per la Circular Economy Act

Come sappiamo, il Circular Economy Act rappresenta uno dei pilastri della strategia europea per la competitività sostenibile.

Inserito nella “Bussola per la competitività”, il programma legislativo della Commissione per il quinquennio in corso, questo atto normativo intende colmare le lacune delle attuali disposizioni in materia di progettazione ecocompatibile e gestione dei rifiuti.

Secondo l’Esecutivo di Bruxelles, infatti, le norme vigenti non bastano a garantire una transizione reale verso un’economia capace di ridurre il consumo di risorse naturali, favorire la progettazione di beni durevoli e stimolare la creazione di filiere efficienti per il riuso e il riciclo.

La proposta legislativa è attualmente in fase di consultazione pubblica: fino al 6 novembre 2025, imprese, associazioni di categoria, enti locali, organizzazioni ambientaliste e singoli cittadini potranno trasmettere osservazioni e suggerimenti.

Il cuore del provvedimento è la promozione di prodotti progettati e realizzati secondo criteri di circolarità: beni fabbricati con un minor impiego di risorse, facilmente riparabili, riciclabili e riutilizzabili.

L’obiettivo è creare un mercato solido per queste soluzioni, affinché l’offerta e la domanda di prodotti sostenibili diventino competitive rispetto a quelle tradizionali.

Particolare attenzione sarà dedicata al rafforzamento delle materie prime secondarie, comprese quelle considerate critiche, indispensabili per la transizione digitale ed energetica.

Creare un quadro normativo favorevole al loro recupero e reimpiego significa ridurre la dipendenza dell’Unione da forniture estere spesso instabili o concentrate in poche aree del mondo.

Focus sui rifiuti elettronici e sull’End of Waste

Tra le aree di intervento indicate dalla Commissione, un ruolo centrale spetta ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE).

L’intento è migliorare la raccolta e il riciclo di dispositivi che contengono materiali preziosi, come terre rare e metalli strategici, la cui estrazione è costosa e impattante per l’ambiente.

Parallelamente, verranno rivisti i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste).

Una semplificazione e digitalizzazione delle procedure consentirebbe di velocizzare l’immissione sul mercato di materiali recuperati, oggi spesso bloccati da iter burocratici complessi e disomogenei tra i diversi Stati membri.

Altro capitolo rilevante riguarda i regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR), che saranno ampliati e resi più efficienti attraverso strumenti digitali, per garantire che i produttori siano maggiormente coinvolti nella gestione dei rifiuti generati dai loro prodotti.

Un aspetto innovativo della futura normativa è l’introduzione obbligatoria dei Criteri ambientali minimi (CAM) nei bandi di gara pubblici in tutta l’Unione europea.

Questa misura mira a stimolare la domanda di beni e servizi circolari, sfruttando il potere d’acquisto della pubblica amministrazione per orientare il mercato.

In pratica, ciò significa che prodotti riciclati, beni progettati per durare a lungo e servizi improntati alla riduzione degli sprechi avranno priorità negli appalti europei.

Una scelta che, secondo Bruxelles, potrà creare economie di scala, rendendo più accessibili le soluzioni sostenibili anche ai privati e alle piccole imprese.

Implicazioni per imprese e cittadini

Per le imprese, il Circular Economy Act rappresenterà una sfida e al tempo stesso un’opportunità.

Le aziende saranno chiamate a ripensare modelli produttivi, supply chain e strategie di design, investendo in tecnologie di riciclo avanzate e in sistemi di riuso.

Allo stesso tempo, chi saprà anticipare i cambiamenti potrà beneficiare di vantaggi competitivi sui mercati emergenti della sostenibilità.

Per i consumatori, il nuovo quadro normativo promette un’offerta più ampia di prodotti durevoli e di qualità, meno soggetti all’obsolescenza e più facilmente riparabili. Si punta così a ridurre i rifiuti e i costi a lungo termine per le famiglie.

Sul piano politico, la consultazione in corso consentirà di misurare il livello di consenso e di raccogliere indicazioni concrete dagli stakeholder, per affinare un testo che, secondo la Commissione, sarà adottato entro il quarto trimestre 2026.

In altre parole, il Circular Economy Act si propone come una riforma di sistema, capace di incidere su produzione, consumo e gestione dei rifiuti in tutta l’Unione europea.

Non si tratta solo di norme ambientali, ma di un vero strumento economico per garantire competitività sostenibile, ridurre le dipendenze esterne e stimolare l’innovazione.

Ad ogni modo, il successo della misura dipenderà dalla qualità dei contributi raccolti in questa fase di consultazione e dalla capacità di Bruxelles di trasformarli in regole chiare, ambiziose e applicabili.

Laureata in editoria e scrittura, scrittrice di articoli di diverse tematiche in ottica SEO, con cura per l'indicizzazione nei motori di ricerca