La Commissione europea (UE) propone un nuovo obiettivo vincolante: ridurre del 90% le emissioni di gas serra entro il 2040. Il provvedimento aggiorna il regolamento 2021/1119/Ue e prevede un approccio più flessibile per gli Stati.
Vediamo in questo articolo tutti i dettagli.
Nuovo regolamento UE in discussione per aggiornare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra
Come anticipato, l’Unione europea rilancia la propria strategia climatica con una nuova e ambiziosa proposta: ridurre del 90% le emissioni di gas serra entro il 2040, rispetto ai livelli registrati nel 1990.
Il nuovo obiettivo rappresenta una tappa fondamentale verso la neutralità climatica prevista per il 2050, e aggiorna il percorso già delineato con il regolamento (UE) 2021/1119, noto anche come Legge europea sul clima.
Dopo aver fissato l’obiettivo del -55% al 2030, l’Unione europea propone ora un ulteriore target intermedio per il 2040, allo scopo di garantire un cammino più graduale, ma costante, verso l’azzeramento delle emissioni nette.
Il traguardo del 90% rappresenta una soglia vincolante e sarà calcolato, come in passato, prendendo come base i livelli di CO₂ del 1990.
La proposta di regolamento mira non solo a rafforzare il quadro giuridico della neutralità climatica, ma anche a integrare nella legislazione europea gli orientamenti più recenti emersi in ambito scientifico e politico, inclusi quelli del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) e del Green Deal europeo.
Uno degli elementi più innovativi del nuovo regolamento è il cambio di approccio nel modo in cui gli Stati membri potranno raggiungere gli obiettivi. A differenza delle normative precedenti, la proposta introduce una maggiore flessibilità settoriale.
In concreto, ciò significa che se uno Stato membro dovesse incontrare difficoltà nel ridurre le emissioni in un determinato comparto, ad esempio l’uso del suolo o l’agricoltura, potrà compensare tali criticità aumentando gli sforzi di mitigazione in altri settori, come i trasporti o la gestione dei rifiuti.
Questa nuova impostazione intende tenere conto delle specificità nazionali, offrendo margini di adattamento senza compromettere il raggiungimento dell’obiettivo complessivo europeo.
Un percorso legislativo ancora da completare
Attualmente, il regolamento è in fase di proposta legislativa e dovrà seguire il consueto iter previsto dall’Unione europea.
Toccherà quindi al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea esaminare, modificare e approvare il testo, con possibili dibattiti sulle tempistiche, sulle modalità di calcolo delle emissioni e sull’equità del carico tra gli Stati membri.
La discussione sarà probabilmente animata da divergenze tra Paesi con economie altamente industrializzate.
Le quali potrebbero trovarsi in difficoltà a tagliare drasticamente le emissioni in tempi brevi, e altri che invece possono contare su un mix energetico più verde o su margini maggiori di miglioramento.
Prospettive e implicazioni per imprese e cittadini
L’adozione del nuovo target al 2040 comporterà un forte impatto anche a livello nazionale. I governi saranno chiamati a rivedere i propri Piani Nazionali Energia e Clima (PNIEC), adeguando strategie, incentivi e investimenti in coerenza con le nuove scadenze.
Per le imprese, ciò potrà tradursi in nuovi obblighi ambientali, ma anche in opportunità legate alla transizione ecologica, come l’accesso a fondi comunitari per l’innovazione e la decarbonizzazione.
I cittadini, dal canto loro, vedranno un’accelerazione delle politiche su mobilità sostenibile, efficienza energetica e rinnovabili.
In altre parole, la proposta della Commissione rappresenta un passo decisivo per consolidare l’impegno europeo nella lotta al cambiamento climatico.
Il target del -90% al 2040 si pone come anello intermedio tra le strategie del presente e l’obiettivo finale della neutralità climatica al 2050, offrendo al tempo stesso un approccio più pragmatico e adattabile per i singoli Stati.
La sfida ora si sposta sul piano politico, dove sarà fondamentale trovare un equilibrio tra ambizione ambientale e sostenibilità economica.