Trasporto di merci pericolose: l’UE aggiorna le regole sui controlli stradali

La Commissione europea ha di recente pubblicato la direttiva delegata (UE) 2025/1801, che aggiorna le procedure di controllo dei trasporti su strada di merci pericolose.

In particolare, la nuova direttiva introduce modifiche tecniche e uniforma le verifiche previste dalla direttiva (UE) 2022/1999. Vediamo in questo articolo tutti i dettagli. 

L’UE fa un passo avanti nella sicurezza del trasporto ADR per le merci pericolose 

Come anticipato, oggi 13 ottobre 2025 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea la nuova direttiva delegata (UE) 2025/1801.

Nello specifico, il provvedimento segna un ulteriore sviluppo verso la modernizzazione e l’armonizzazione delle norme sui controlli dei trasporti di merci pericolose su strada.

Adottata dalla Commissione europea il 23 giugno 2025, la direttiva entrerà ufficialmente in vigore il 2 novembre 2025. Sostituendo in questo modo integralmente gli allegati I e II della precedente direttiva (UE) 2022/1999.

L’obiettivo principale è garantire che le ispezioni e le modalità di verifica da parte delle autorità competenti siano totalmente allineate agli ultimi progressi tecnici in materia di sicurezza ADR (Accordo europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada).

Facendo un passo indietro, ricordiamo che la direttiva del 2022, entrata in vigore appunto il 13 novembre 2022, stabiliva un quadro normativo uniforme per i controlli effettuati dagli Stati membri sui trasporti stradali di merci pericolose.

Inoltre, ricordiamo che ciò avveniva sia all’interno del territorio nazionale sia in ingresso da Paesi terzi.

Con la 2025/1801, invece, la Commissione aggiorna in particolare gli allegati I e II, ovvero due parti fondamentali per l’applicazione pratica della normativa.

Nello specifico, l’allegato I contiene la lista di controllo a cui gli ispettori devono far fede durante le verifiche su strada.

Vale a dire un modello standardizzato che permette di identificare in maniera rapida eventuali non conformità dei veicoli, nella documentazione, nelle etichette di pericolo e nelle attrezzature di trasporto.

L’allegato II, invece, contiene le infrazioni dell’ADR. Nello specifico, le infrazioni vengono suddivise in tre categorie di rischio (I, II, III), a seconda della gravità e del potenziale pericolo per la sicurezza pubblica e ambientale.

In altre parole, l’aggiornamento di cui sopra consente agli Stati membri di applicare controlli più precisi. Di conseguenza, riducendo ogni possibile discrepanza a livello di interpretazione e migliorando la tracciabilità delle verifiche effettuate in ambito europeo.

Tempistiche e obblighi per gli Stati membri

Secondo le norme, gli Stati membri avranno tempo fino al 23 giugno 2026 per recepire la direttiva nei rispettivi ordinamenti nazionali, adottando le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie.

L’applicazione effettiva delle nuove regole decorrerà dunque dal 24 giugno 2026, data in cui le procedure aggiornate dovranno essere operative su tutto il territorio dell’Unione.

Ciò significa che nei prossimi mesi i governi dovranno adeguare non solo la normativa interna, ma anche le procedure operative degli organi di controllo, i protocolli di ispezione e le banche dati condivise. Tutto ciò al fine di garantire uniformità e trasparenza.

Per gli operatori del trasporto ADR, l’aggiornamento della direttiva rappresenta un’occasione per verificare la conformità dei propri processi e per rafforzare le misure di formazione e sicurezza interna.

Le modifiche introdotte non alterano infatti le regole di base, ma mirano a rendere più chiari i criteri di valutazione durante i controlli e a semplificare la comunicazione tra autorità e imprese.

Ciò si traduce in una maggiore prevedibilità per chi gestisce veicoli o movimenta merci pericolose. Riducendo così i rischi di contestazioni dovute a interpretazioni divergenti delle norme ADR.

Le aziende potranno così contare su procedure di controllo più trasparenti e omogenee, a beneficio della sicurezza complessiva della filiera logistica.

Verso un sistema europeo di vigilanza sempre più integrato

Inoltre, l’adeguamento al progresso scientifico e tecnico non è solo un obbligo formale. Piuttosto riflette la volontà dell’Unione europea di costruire un sistema di vigilanza armonizzato e tecnologicamente aggiornato.

Grazie a strumenti digitali sempre più evoluti, come piattaforme di tracciamento elettronico e banche dati interoperabili, le autorità potranno condividere in tempo reale le informazioni sui controlli effettuati, migliorando la prevenzione e la risposta in caso di incidenti.


In prospettiva, la direttiva 2025/1801 costituisce dunque un tassello importante verso un modello europeo di sicurezza stradale sostenibile.

Nello specifico, un modello in cui la protezione dell’ambiente, la tutela dei lavoratori e la responsabilità degli operatori si integrano in un’unica strategia di controllo efficiente e moderna.

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