La Direttiva Delegata (UE) 2025/1801 introduce importanti aggiornamenti sui controlli ADR, confermando l’obbligo di nomina del Consulente per la Sicurezza e classificando la sua assenza come infrazione di rischio elevato, con sanzioni severe.
Vediamo in questo articolo tutti i dettagli.
ADR: la nomina diventa un obbligo sempre più stringente per le imprese che trattano merci pericolose
Come sappiamo, dal 1° gennaio 2023, l’obbligo di nominare un Consulente ADR per la Sicurezza dei Trasporti è stato esteso anche agli speditori di merci pericolose, oltre che a chi le imballa, carica, trasporta o scarica.
Si tratta di una figura chiave per garantire che tutte le operazioni legate al trasporto su strada di materiali pericolosi avvengano nel rispetto delle norme europee e nazionali.
Con l’adozione della Direttiva Delegata (UE) 2025/1801, pubblicata il 23 giugno 2025, la Commissione Europea ha introdotto un aggiornamento tecnico alla Direttiva (UE) 2022/1999, che disciplina i controlli uniformi nel trasporto di merci pericolose.
Sebbene la modifica riguardi principalmente gli allegati, ossia le checklist di controllo e la classificazione delle infrazioni, le implicazioni pratiche per le imprese non sono trascurabili.
Gli Stati membri dovranno infatti applicare le nuove disposizioni dal 24 giugno 2026, lasciando quindi alle aziende un arco temporale limitato per adeguarsi e verificare la propria posizione rispetto agli obblighi ADR.
Come riportato nel documento ufficiale della Commissione, la mancata nomina del Consulente per la Sicurezza ADR, quando necessaria, è classificata tra le infrazioni di Categoria di rischio I.
Si tratta della fascia più alta di gravità, riservata alle violazioni che comportano un rischio elevato di morte, gravi lesioni personali o danni significativi all’ambiente.
Per questo motivo, le autorità che effettuano controlli su strada o presso i locali delle imprese sono tenute, in presenza di tali infrazioni, ad adottare misure correttive immediate.
Nel caso di controlli su veicoli, queste possono includere il fermo temporaneo del mezzo fino alla regolarizzazione della posizione. Nei controlli aziendali, invece, possono essere disposte sanzioni amministrative o penali, a seconda della gravità e della reiterazione della violazione.
Questo significa che un’azienda priva di consulente ADR, o con una nomina non comunicata correttamente all’autorità competente, si espone a conseguenze molto serie, non solo economiche ma anche operative.
Cosa devono fare le imprese per essere in regola?
Per evitare sanzioni e blocchi, le aziende devono innanzitutto verificare se rientrano nell’obbligo di nomina del Consulente ADR.
Ricordiamo che sono infatti tenute alla designazione tutte le imprese che effettuano una o più delle seguenti operazioni con merci pericolose:
- spedizione o ricezione,
- imballaggio,
- carico o scarico,
- trasporto su strada.
Se la nomina è già stata effettuata, occorre controllare che la comunicazione all’autorità competente (in Italia, di norma l’Ufficio Motorizzazione o la Camera di Commercio) sia avvenuta nei tempi e con le modalità previste.
Ricordiamo inoltre che il consulente deve redigere la relazione iniziale e quelle annuali, documentando le attività di controllo, le eventuali non conformità e le azioni correttive intraprese.
L’azienda, da parte sua, è tenuta a conservare tale documentazione per eventuali verifiche.
È opportuno anche monitorare il recepimento nazionale della Direttiva 2025/1801, poiché gli Stati membri potranno introdurre ulteriori specifiche o modalità di controllo a livello interno.
Un supporto tecnico indispensabile per la sicurezza e la conformità
Il Consulente ADR non è solo una figura “formale” imposta dalla legge, ma un elemento strategico per la gestione della sicurezza aziendale.
Ricordiamo infatti che tra i suoi compiti principali rientrano:
- l’analisi delle operazioni di trasporto e imballaggio,
- la verifica della corretta classificazione delle merci,
- il controllo dei documenti di trasporto e delle etichettature,
- la formazione del personale coinvolto,
- la segnalazione di eventuali incidenti o anomalie.
In altre parole, l’aggiornamento europeo mira a rendere i controlli ADR più omogenei in tutta l’Unione. Migliorando così la cooperazione tra le autorità e la raccolta dei dati sulle infrazioni.
Per le imprese, ciò si traduce in una maggiore chiarezza sulle responsabilità e in un rafforzamento del principio di prevenzione del rischio.
In definitiva, la Direttiva 2025/1801 non introduce nuovi obblighi sostanziali, ma rafforza l’importanza della conformità e della vigilanza interna.
Le aziende che trattano merci pericolose dovranno muoversi rapidamente per garantire che la figura del consulente ADR sia correttamente designata, formata e operativa.
Il mancato adeguamento, come ricorda la classificazione delle infrazioni ADR, non è una semplice irregolarità formale. Rappresenta al contrario un rischio grave per la sicurezza delle persone, dei trasporti e dell’ambiente.

